Pubblicato il

Bruno Landi

Bruno Landi nasce a Roma nel 1941. La prima persona ad influenzarlo in maniera importante è lo zio scultore Enrico Tadolini, del cui studio è assiduo frequentatore in età giovanile, la passione per le arti visive lo induce ad abbandonare gli studi classici per iscriversi all’Accademia di Belle Arti. Sono gli anni ’50 e gli ateliers di via Margutta rappresentano una delle espressioni più nitide del vivace clima culturale romano di quel periodo.

Dopo il diploma si trasferisce per alcuni anni a Parigi dove accoglie e fa propri gli esiti creativi dell’avanguardia europea dei decenni precedenti, orientandosi essenzialmente verso Cubismo e Astrattismo.

Nel 1965, tornato a Roma, partecipa alla Biennale d’Arte della Capitale. Seppur ancora di giovane età, da quel momento Bruno Landi intraprende una strada pittorica più profonda e personale che lo conduce ad un solido linguaggio compositivo, cui si accompagna una forte ascendenza cubista, comunque rielaborata e ricca di peculiarità, in cui viene esaltata una sapiente scelta cromatica. Landi tra modernità e tradizione, fa della figura umana il centro della propria ispirazione.

Ricerca le radici della nostra cultura e dell’attualità nel cubismo, nel futurismo, in Modigliani, Fazzini e Mastroianni, radici che affiorano nelle sue opere come suggestioni immerse in atmosfere rarefatte e romantiche. La falce lunare che solca il cielo notturno o il disco infuocato del sole sono fonti luminose costanti che determinano le gamme cromatiche delle sue opere. Il sentimento che colpisce l’osservatore è spesso la nostalgia di un tempo passato trasmessa dagli sguardi intensi e magnetici delle sue dame, o da quell’unico virile corpus che creano in battaglia cavalli e cavalieri.

Dagli anni ‘70 espone in importanti manifestazioni italiane ed estere come le mostre a Los Angeles (1971), Parigi (1983) e New York (1985). Nella chiesa della Trinità a Philadelphia è esposto un suo Volto di Cristo.

L’ultima personale italiana che ha raccolto le opere di un decennio è stata ospitata nel Museo Nazionale di Villa Pisani a Strà nel 2007; ma la sua attività è tutt’oggi viva e molto fertile.